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«La Repubblica»: “Violenza di genere aumentate del 20% le richieste di aiuto”

«Il patriarcato esiste»: intervista a Elena Baragli, presidente Artemisia
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Sempre più giovani si rivolgono al centro antiviolenza Artemisia Firenze.

La presidente Baragli: «Sono disperata quando il governo dice che la crescita è legata all’arrivo di immigrati»

Ci sono ragazze, anche giovanissime, che denunciano di aver subito minacce e revenge porn. Altre che sono state perseguitate dai propri compagni in un clima sempre più soffocante dentro la relazioni: partner che pretendono di avere password di email e social o che vogliono installare app di geolocalizzazione sui loro telefoni.

I casi poi, ancora molto diffusi e ad ogni età, di maltrattamenti in famiglia, sia sulle donne che sui minori, così come di abusi fisici. Ogni giorno nuove vittime bussano al centro antiviolenza di Artemisia a Firenze per trovare sostegno e protezione. Supporto per costruire una nuova vita e lasciarsi alle spalle la precedente.

Alle porte del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, i dati raccontano un andamento (anche quest’anno) in crescita delle richieste di aiuto: nei primi 9 mesi del 2024 sono state 1.062. Poco meno di tutto il 2023, quando a fine dicembre se ne erano contate 1.151.

«Con questo trend a fine anno ipotizziamo un aumento di oltre il 20% — spiega Elena Baragli, presidente dell’associazione Artemisia a Firenze — da un lato osserviamo che c’è maggiore sensibilità sociale su questi temi e si chiede aiuto prima: abbiamo ricevuto anche tante ragazze neo maggiorenni. Al tempo stesso però i numeri delle violenze non accennano a diminuire».

Preoccupano le situazioni definite “ad alto rischio”: gestite già 54 vittime che hanno avuto bisogno di percorsi di protezione. Casi in cui esisteva un serio pericolo per l’incolumità fisica.

Al Centro hanno preso in carica mese dopo mese vittime di stupri: anche tra queste sono aumentate le denunce. Così come per le violenze all’interno della coppie, con episodi di soprusi fisici e psicologi. Si sono fatte avanti pure donne di età avanzata. Ma dell’ultimo anno ciò che colpisce sono le tanti giovani vittime: già 95 prese in carico, tra minori e neo maggiorenni.

“Esiste un problema di gestione sentimentale e di prevenzione, con molto lavoro da fare assieme ai ragazzi, a cominciare dalle scuole — prosegue Baragli — serve un approccio educativo, tramite il gioco, già nella prima età 0-6 anni: è in questa fase che si costruiscono il rispetto, il valore di relazioni paritetiche e il consenso, che è pure nel dare una carezza. Intervenire alle superiori è troppo tardi”.

“Ascolto con una certa disperazione — aggiunge Baragli — la narrazione del governo per cui l’aumento delle violenze sarebbe una conseguenza dell’arrivo di immigrati. Il patriarcato esiste. Purtroppo il governo a un anno dal femminicidio di Giulia Cecchettin non ha messo in atto misure di prevenzione, specie nelle scuole. Siamo fermi».

Per contrastare la violenza di genere una delle prime sfide oggi è legata al digitale. Ci sono almeno due fronti.

Appare urgente un’educazione sessuale sui contenuti online: «Si accede sempre prima a siti di pornografia, da cui derivano problemi di stereotipi e modelli di violenza nei rapporti sessuali» sottolinea la presidente.

Il secondo problema, anche culturale, è nella gestione della tecnologia. E qui i rischi sono molteplici: dal controllo possessivo, in coppia, di cellulari e social media, al pericolo di adescamento online per i minori.

I casi di cronaca sono quotidiani. «Su tutto questo la nostra società è in ritardo e non siamo ancora pronti». Al Centro, con la Fondazione Una Nessuna Centomila, si stanno studiando percorsi di formazione, dedicati a chi offre assistenza, per specializzarsi proprio sulla gestione della violenza legata al digitale.

Oltre ad aumentare, i casi spesso sono più complessi, specie tra i giovani che hanno sofferto maltrattamenti nell’infanziaviolenza assistita e le cui storie sono rimaste a lungo sommerse.

Un dolore cronicizzato e a lungo silente fino alle segnalazioni di servizi sociali e centro adozioni. Una volta accolte le vittime hanno potuto seguire, ad esempio, percorsi di psicoterapia.

«Mancando personale pubblico a sufficienza nella sanità, come nella neuropsichiatria infantile, e nei servizi sociali c’è difficoltà a uscire da situazioni di violenza in tempi congrui».

Artemisia, prima associazione di settore in Italia ad aver aperto le porte anche a soci uomini, per venerdì ha organizzato il convegno “Un altro genere di posizione: il ruolo degli uomini nel contrasto alla violenza alle donne e all’infanzia”.

Si svolgerà all’Auditorium Innovation Center di Firenze dalle 9 (iscrizioni gratuite online entro giovedì sul sito dell’associazione). Un evento pubblico e di dibattito con decine di ospiti: rappresentanti di giustizia e istituzioni, scrittori, artisti, docenti (sul sito il programma completo).

Un momento per riflettere anche su quanto gli uomini possano contribuire direttamente al cambiamento. «Per contrastare il fenomeno della violenza — conclude Baragli — è sempre più importante un’alleanza che coinvolga tutti attivamente».

 

Fonte: di Andrea Vivaldi, «La Repubblica», p. 3 del 20 novembre 2024

https://firenze.repubblica.it/cronaca/2024/11/20/news/violenza_di_genere_aumentate_del_20_le_richieste_di_aiuto_artemisia_il_patriarcato_esiste-423656808/

 

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